Il colloquio di lavoro è un momento delicato nella vita professionale di una persona, che nella maggior parte dei casi caratterizza una fase di ricerca di cambiamento o di transizione. Si tende infatti a pensare che affrontare un colloquio di lavoro serva solamente quando si è effettivamente intenzionati a lasciare il proprio lavoro attuale per uno nuovo, ma è davvero così utile fare un colloquio solo quando si cerca un cambiamento?
Il colloquio di lavoro come palestra
Se ci chiedessero se è utile fare sport solo prima di andare al mare per mostrarsi fisicamente in forma la risposta sarebbe scontata: assolutamente no. Ecco allora come un esempio così banale può venirci incontro quando ci si chiede quando e quanto sia utile affrontare dei colloqui di lavoro. È il processo che conta, non il risultato: può sembrare sorprendente o creare confusione, ma se ci si concentra soltanto sul risultato auspicato di un cambiamento lavorativo allora si perde di vista la qualità del processo.
Come per ogni buon risultato che si voglia ottenere, anche nella buona riuscita di un processo di selezione il fattore tempo ha il potere di cambiare le cose. Darsi il tempo di incontrare realtà aziendali diverse, di affinare la propria capacità di raccontarsi e di conoscere interlocutori differenti sono elementi che ci aiutano a mettere a fuoco gli obiettivi professionali, affinare l’autoconsapevolezza rispetto alle aree di forza e a quelle di miglioramento, definire la propria identità professionale anche attraverso il raffronto con varie identità organizzative. Ogni situazione di colloquio – anche se non si sta attivamente cercando un cambiamento – ci dà l’opportunità di analizzare il contesto organizzativo in cui ci troviamo attraverso il confronto con la realtà esterna e ci offre elementi concreti di valutazione dei nostri obiettivi.
Ecco perché un professionista – al di là della sua seniority – dovrebbe sempre considerarsi un candidato, in qualunque fase della sua carriera, e non soltanto quando ricerca attivamente un nuovo lavoro.
Il colloquio di lavoro come esplorazione strategica: i 10 fattori importanti di cui tenere conto durante un processo di selezione
- Narrazione dell’azienda
Il colloquio di lavoro è finalizzato a creare uno spazio in cui in primis le due realtà – la persona e l’azienda – si raccontano. In che fase storica si trova il tuo interlocutore? Crescita, fusione, acquisizione, forte ristrutturazione, transizione, è importante identificare la fase del ciclo di vita in cui si trova l’Employer perché ci da spunti importanti per la definizione dei punti successivi.
- Descrizione del dipartimento
Struttura della funzione, organigramma, rapporti con altri dipartimenti e divisioni, composizione in termini di competenze e diversità, centralità o lateralità rispetto all’attuale strategia: sono gli elementi centrali per una fotografia completa che ti permettono di fare le necessarie considerazioni.
- Descrizione del team
Come sono suddivisi i ruoli e le responsabilità, quali i riporti diretti e indiretti, quale distribuzione delle attività e dei carichi di lavoro? Questi sono tutti elementi da ricercare attivamente durante un colloquio di lavoro, tramite l’ascolto attivo o le domande dirette.
- Leadership e Management
Quali sono gli stili di leadership e di management che guidano il team e il dipartimento? Qual è la vision del capo funzione? Quali gli obiettivi a medio e lungo termine della funzione? Quali le dinamiche di fiducia e delega, di empowerment e collaborazione? Indagare questi elementi ti aiuterà a dettagliare maggiormente il quadro e analizzare la cultural fit.
- Job description
È importante indagare la coerenza tra la descrizione del ruolo condivisa nell’annuncio/quella presentata durante gli incontri conoscitivi e la descrizione approfondita che emerge mano a mano che candidato e azienda si conoscono. Inoltre, può essere utile saper indagare gli obiettivi a breve e lungo termine, nonché la potenziale evoluzione del ruolo, per tracciare una prospettiva seppur ipotetica che proietti il ruolo nel futuro prossimo.
- Qualità delle domande dell’intervistatore
Sicuramente non laterale all’analisi è il punto relativo alla tipologia di domande poste dall’intervistatore, in termini non solo di qualità metodologica della domanda ma anche di contenuto e di approccio.
- Qualità delle risposte dell’intervistatore alle domande del candidato
Specularmente, sono spunti di riflessione anche i contenuti e le modalità che l’intervistatore offre alle domande del candidato.
- Organizzazione del lavoro di team e ways of working
È ormai chiave per una scelta lavorativa felice non soltanto il fattore strettamente legato alle mansioni ma anche quello ambientale, ovvero di tutti quei fattori espliciti o impliciti che all’interno del team ne definiscono le modalità di lavoro. Temi quali la flessibilità, i ritmi di lavoro, gli orari, la gestione dei meeting sono essenziali per aiutare il candidato nel chiedersi se le proprie preferenze incontrano o meno quelle dell’azienda.
- Coerenza dei vari intervistatori nelle diverse fasi del processo di selezione
Ogni persona incontrata durante un processo di selezione racconta qualcosa non solo di sé ma dell’organizzazione nel suo insieme. È importante dunque cogliere ogni incontro individuale come un’opportunità di analisi e valutazione del contesto aziendale generale.
- Tempistiche nella gestione del processo e nella condivisione dei feedback
Ultimo solo perché si colloca a chiusura di un processo di selezione ma non per importanza, fattore determinante nella motivazione del candidato è anche la gestione da parte dell’azienda della tempestività nel condividere i feedback – positivi o negativi – e nel gestire l’esperienza del candidato dalla fase conoscitiva a quella di chiusura. Questa fase, se gestita bene anche a valle di un esito negativo del colloquio, può rappresentare un’opportunità per il candidato e per l’azienda di costruire un legame professionale utile nonostante nelle circostanze attuali le esigenze dell’azienda e della persona non si incontrino.