Come si calcola il tasso di disoccupazione?

Tra tutte le statistiche che ci passano davanti, quella sulla disoccupazione ci sta particolarmente a cuore, ed è spesso oggetto di dibattito. Trattandosi di un dato non così immediato è facilmente interpretabile, non per questo non esiste un modo univoco per calcolarlo. Dunque, come si calcola il tasso di disoccupazione?

Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra il numero di coloro che cercano lavoro e il totale della forza lavoro. Attenzione però: la forza lavoro non è il totale della popolazione, bensì è data dalla somma degli occupati e delle persone in cerca di lavoro.

Occorre quindi distinguere il tasso di disoccupazione e il tasso di occupazione: il tasso di occupazione è il rapporto tra il numero degli occupati e il totale della popolazione.

Quindi quanti disoccupati ci sono in Italia? I numero potrebbero essere molto diversi da quello che crediamo. I dati infatti sono impattati da una componente molto importante: coloro che non cercano lavoro, che non vengono considerati nel calcolo, che tiene infatti conto solo di coloro che cercano attivamente un’occupazione. Il dato è ulteriormente potenzialmente alterato: non rientrano infatti tra i disoccupati coloro che sono impegnati in una qualche attività (lavori a tempo parziale, stage, tirocini e attività assimilabili).

Esistono poi coloro che sfuggono a ogni statistica: i cosiddetti neet, di cui sentiamo parlare da molto, coloro cioè che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessuna attività e che hanno un impatto sul calcolo. Se infatti una persona smette di cercare attivamente lavoro esce dalle statistiche ed il numero di disoccupati diminuisce.

In definitiva si tratta di un calcolo complesso, che non tiene in considerazione la qualità dell’impiego, ma traccia solo un profilo numerico e che richiede un’attenta interpretazione: essere occupati non è sufficiente, bisogna capire come, quanto e con quale retribuzione. I dati sono infatti “statici”, ovvero spesso descrivono i fenomeni per quantità e non qualità.

Ripensando al dato in questi termini il tema dell’occupazione diventa molto più complesso. Ecco perché avere gli strumenti giusti per leggere la realtà diventa un metodo fondamentale per attuare strategie efficaci.

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