Piccolo bon ton per grandi colloqui di lavoro

Hai risposto ad un annuncio di lavoro, hai effettuato il colloquio, tutto sembrava andare per il verso giusto, c’era intesa, il tuo profilo sembrava essere perfetto per la posizione, ma l’HR è sparito e non si fa più sentire. Cosa è successo? “Cosa avrò fatto o detto che non va?” E così inizia una spirale di riflessione apparentemente senza soluzione, ma che a ben vedere alcune motivazioni le ha e si possono individuare in modo abbastanza intuitivo. Il primo dato è semplice: manca qualcosa alla tua candidatura. Questo è il punto di partenza, ma non significa che il tuo colloquio non sia andato bene, ma può però significare che uno dei passaggi del processo di selezione potrebbe aver influenzato il risultato. Capirlo è il primo passo per rimediare e magari alla prossima occasione gestire al meglio il percorso. La parola d’ordine è sempre una: gestione. Gestione del processo e dei passaggi.

In primis cerchiamo di capire nel dettaglio come funziona un processo di selezione, cosa può essere andato storto e come bisognerebbe gestire alcuni step. In altre parole analizzare il processo di selezione in tutte le sue fasi serve a capire se abbiamo fatto tutto il possibile.

1. Candidature

Le candidature possono essere gestite in molti modi, alcuni più “vecchio stampo”, altri in modo più tecnologico, questo dipende ovviamente dall’organizzazione, ma ci sono alcune cose che andrebbero evitate accuratamente. Ovviamente gli strumenti di base non devono mai mancare:

  • Curriculum vitae, in un formato leggibile, semplice e lineare, organizzato in modo razionale e progressivo, privo di informazioni non necessarie
  • Profili social professionali sempre aggiornati
  • Una lettera di presentazione ben scritta, in caso dovesse essere richiesta

La logica è che bisognerebbe candidarsi agli annunci di lavoro per i quali siamo qualificati. Sembra una regola semplice ma spesso non viene rispettata: candidarsi a tutto è controproducente ed offre un’idea del candidato contraddittoria.

2. Comunicare

Inviare messaggi diretti ai recruiter non ha alcun senso se è in corso un processo di selezione, perché il messaggio di fondo in questo caso è di voler scavalcare i canali di reclutamento messi a disposizione dall’azienda. E’ un po’ come saltare la fila alla biglietteria del teatro.

Non inseguire i reclutatori, mantenere una comunicazione matura, coerente e basata su ciò che è strettamente necessario. Abbiate fiducia in chi gestisce la selezione.

3. Leggere

Detto questo, leggere l’annuncio attentamente, accertarsi di avere i requisiti, candidarsi con un CV ben scritto, gestire la relazione in modo professionale con il recruiter, dovrebbe essere già sufficiente a procurarvi un colloquio nel caso foste qualificati per quel lavoro.

4. Colloqui

Nel momento in cui sarete chiamati per un colloquio la puntualità e la precisione saranno un ottimo biglietto da visita. Scegliete una data per la quale siete certi di poter presenziare al colloquio, evitate di spostare l’incontro per “imprevisti”, a meno che non siano reali cause di forza maggiore. Verificate che i vostri strumenti informatici siano idonei e funzionanti per una call nel caso si trattasse di un colloquio a distanza. Evitate luoghi all’aperto, cellulari, luoghi affollati, di passaggio. Usate semplicemente un computer, in un luogo tranquillo in cui avete privacy e con una buona connessione. Se la location dalla quale vi collegate non si presenta bene la tecnologia vi viene incontro fornendovi sfondi artificiali da applicare.

5. Abbigliamento

La regola delle regole è: nessun eccesso. Non serve molto per essere coerenti con una intervista professionale: studiate la posizione e il contesto lavorativo, l’abbigliamento deve essere coerente con questi elementi. Vestitevi come vi vestireste una volta assunti.

6. Parlare

Quando esponete le vostre esperienze e parlate di voi, siate allenati all’efficacia: nessun particolare fuori tema, sintesi e coerenza sono regole d’oro. Preparatevi delle domande da fare, tenete a mente dei casi interessanti da raccontare in merito alla vostra esperienza. Se non siete dei bravi oratori non importa, non si tratta infatti di un’arringa, in questi casi è sufficiente essere se stessi e seguire la buona regola della semplicità: meglio sembrare squisitamente normali che eccessivi nel voler stupire a tutti i costi. Ciò che siete va benissimo, ricordate che siete stati chiamati proprio per questo.

7. Relazione

Il reclutatore non è un vostro amico e, per quanto affabile possa sembrare, sta analizzando i vostri comportamenti, perciò rilassatevi, ma non troppo. Atteggiamenti amichevoli, battute improprie, posture scomposte, domande troppo dirette potrebbero creare un’atmosfera poco professionale. Non c’è una vera motivazione, semplicemente le buone maniere sono un linguaggio universale.

8. Feedback

Se non arriva non è pronto, sollecitare potrebbe non avere senso. Far notare all’interlocutore che non vi ha aggiornati è del tutto inutile. Piuttosto, in tempi ragionevoli, potreste chiedere se ci sono novità, ma in gran parte dei casi saper attendere può giocare a vostro vantaggio. Se la risposta non arriva mai, l’organizzazione non faceva per voi, ma gestire bene le relazioni è un investimento per il futuro e per future opportunità.

 

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